“Il gioco era solo agli inizi, ma lui alzava gia’ lo sguardo sulle volte in mattoni con le travi di rovere del grande portico sull’aia. Un bambino di circa otto anni, minuto, capelli biondi e occhi nocciola, in mezzo alle scorribande dei suoi coetanei in vacanza estiva nella campagna novarese, si fermava a vedere quello che non c’era ma era già lì. Inseguendosi con i compagni di gioco tra mucchi di riso, rimorchi e trattori arrivati dai campi, era più volte rapito da luci musiche profumi e colori. Quella era una festa! Nessuno sapeva, ma lui restava abbagliato da una grande bellezza…finchè uno spintone seguito da una manciata di riso proprio in testa lo svegliava bruscamente dal sogno. Fu proprio così che iniziarono le danze. A Quel Quid.” Alessandro